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FANFIC Dietro un velo di ghiaccio CAPITOLI
-Capitolo 8- Andrew rimase a fissare la porta di legno massiccio, indeciso sul da farsi. Era una gran bella porta, niente da dire. La superficie dorata e pesante era perfettamente liscia, lucida e levigata, nonostante si vedessero ancora tutte le naturali e tipiche venature del legno diramarsi su tutta la porta. Un taglio incurvato, una lieve sopraelevazione formava un perfetto rettangolo più piccolo rispetto a quello della porta. Il legno agli angoli era leggermente più scuro, di una sfumatura quasi impercettibile, e la maniglia d’ottone dorato, simile a quello dei vasi disseminati un po’ per tutta la casa, era un grazioso cerchio sottile, nella cui cavità se ne trovava un altro, creando un simpatico disegno simile a quello di alcune collane. Rendendosi conto di colpo di cosa stava facendo, sbatté le ciglia, imbarazzato, e appoggiò lievemente i polpastrelli sulla superficie di legno: “Che faccio.. busso? Oramai sono qui…” Seriamente combattuto, rimase qualche secondo a osservarsi le dita che premevano ben aperte contro la porta dorata, poi scosse furiosamente la testa come per snebbiarsela e le diede una spinta; la porta si aprì fluidamente di tre quarti, senza un cigolio, permettendogli di guardare all’ interno della stanza. Le tende erano alzate per metà, quindi la stanza non era buia, ma il sole non era neanche tanto forte da abbagliare chi vi stava dentro. Rei era seduto alla scrivania, che era posizionata giusto sotto la finestra, e dava la spalle alla porta. Sebbene fosse stato piuttosto silenzioso nell’ entrare, Rei non ci mise molto ad accorgersi di lui. Si voltò, con aria interrogativa, e poi lo vide: - Ah, ciao…- sorrise, ma non era il suo solito sorriso. Si vedeva lontano un miglio che era un sorriso tirato, e che in realtà non sembrasse troppo entusiasta di vederlo. Probabilmente cominciava a stufarsi di ritrovarselo sempre tra i piedi, presuppose. (come dargli torto?.. -__- ndme&tuttiglialtri) Ad ogni buon conto, gli si avvicinò. - Ciao…- mormorò, sforzandosi di sorridere a sua volta. Rei si era dimostrato un buon attore, ora toccava a lui. - Sei tornato dalla gita d’ affari?- chiese lui, come cercando di scherzare, e riposizionando lo sguardo sul foglio che teneva davanti. - Già…- balbettò Andrew, sentendosi morire dalla vergogna. Per qualche secondo si era chiesto se fosse il caso o meno di informarlo di ciò che Boris gli aveva detto, ma aveva scartato subito quell’ idea. In fondo non aveva nessuna certezza che quello che gli avesse raccontato il russo fosse vero: il suo stesso comportamento era stato piuttosto ambiguo; pareva quasi che per certi versi ne sapesse molto meno di lui. E poi ancora non riusciva a capire perché mai avesse rivelato indiscrezioni simili a un estraneo: era quasi come se l’ avesse fatto per… per… Non gli veniva neanche bene per quale motivo, ma gli aveva comunque fatto uno strano effetto… E poi Rei e Boris gli erano sembrati piuttosto intimi, quel giorno che li aveva visti chiacchierare, mentre da quello che aveva detto il russo sembrava quasi che non si fossero mai parlati… Forse, chissà, voleva solo fargli uno scherzo. Non lo avrebbe stupito, visto il tipo. Rendendosi conto di essere rimasto in silenzio un po’ troppo, per uno che si è infilato nella stanza di un altro come se dovesse fargli chissà quale comunicazione, non sapendo che altro aggiungere spostò la sua attenzione a ciò che il ragazzo stava facendo prima che entrasse: una mano ambrata del cinese poggiava su un bel foglio di carta liscio e pesante, e l’ altra reggeva una penna di china. Il disegno in questione era un ritratto a figura intera di una ragazza. Era una ragazza molto graziosa, dall’ aria sbarazzina e delicata, piccola ed esile. Il suo viso era un morbido ovale, così come erano morbidi e folti i capelli nero lucido, che le incorniciavano il viso in una complicata pettinatura: aveva due code eleganti intrecciate fra loro da dei nastri bianchi, che le si appuntavano in cima al capo in due piccoli coni, dandole un’ aria un po’ da gatto. La carnagione piuttosto scura, abbronzata, tipica di chi è vissuto dalla nascita in un luogo salubre come il mare o l’ alta montagna, il sorriso appena accennato, gentile e triste di due labbra sottili color pastello. Gli occhi piuttosto grandi erano neri e luminosi, dal taglio rotondo, che le dava un’ aria da eterna bambina. Simpatica, però. - Ed è andato tutto bene? La voce di Rei gli attraversò la testa senza fare particolare rilevanza; tutta la sua attenzione in quel momento era catturata da quella ragazza di carta… - Mmm-mmm.- mormorò, in segno di assenso- L’ hai fatto tu questo disegno?- chiese, sebbene lo reputasse inutile. - Sì. - E’ molto bello… Rei annuì per ringraziare e riprese a ricalcare con il pennino le ciocche di capelli della ragazza. - Chi è lei?- chiese Andrew. - Nessuno. - Come nessuno? L’ hai inventata?- “Non ci credo neanche se me lo giuri!” pensò, contemporaneamente. Non sapeva bene da dove prendeva quella certezza, ma era certo che quella ragazza esisteva. O almeno, che era esistita. Era come se i suoi pensieri stessero prendendo una via propria. Non era lui a pensare quelle cose, in quel momento. Rei non gli rispose subito: - Non ho detto che l’ ho inventata… Intendevo nessuno d’importante… E’ solo una persona che ho conosciuto.. tempo fa… “Nella tua vera casa?” gli venne da pensare, e si morse forte la lingua per non dirlo ad alta voce. - Tu piuttosto, come mai sei venuto qui?- chiese Rei. - Se disturbo basta che lo dici… - Ho forse detto questo..?- chiese Rei, guardandolo con un sopracciglio inarcato. Andrew scosse la testa, con un’ incrollabile sensazione di disagio: - No.. scusami…- mormorò- Non avevo nulla da fare..- aggiunse, riferendosi alla sua precedente domanda. Rei continuò a fissarlo in quel modo indecifrabile. Quasi come se potesse… Distolse gli occhi da quello sguardo indagatore, imbarazzato, e questi gli caddero su una foto accuratamente incorniciata, appoggiata sul ripiano di legno della scrivania: Rei e Kei. Dovevano avere dodici, tredici anni, in quella foto. Sorridevano, un sorriso che Andrew non aveva mai visto sulla bocca di Kei, da quando lo conosceva, e sembravano.. sì, sembravano molto legati; stavano così vicini che per poco non erano avvinti in un abbraccio. In realtà non guardavano verso l’obbiettivo, e l’ immagine era un po’ mossa, il che faceva intuire che non doveva essere stata scattata in una posa. Aggrottò le sopracciglia, vagamente sorpreso: era una scenetta molto allegra, ma che stonava non poco con la conversazione da lui udita che da poco si era svolta tra i due fratelli… Ops.. pàrdon, fratelli adottivi. Rei prese di colpo la foto dalla scrivania, lanciandogli contemporaneamente un’ occhiata così penetrante che avrebbe fatto vacillare persone con uno stato d’animo ben più stabile del suo al momento. NOTA DELL’ AUTRICE Bè, in realtà avrei dovuto continuare (e ridalle…! Ndlettori), però poi ho cambiato idea.. Nel senso che ho cambiato proprio idea di come far svolgere il prossimo capitolo, e quindi il pezzetto che avrebbe dovuto esserci è stato annullato… Spero di poter iniziare con un po’ più d’azione (anke se questa non è proprio di base una storia d’azione) nei prossimi capitoli… Per la ragazza disegnata da Rei (comparirà ancora, anche se solo “virtualmente” dato che… bè…) mi sono ispirata ad un personaggio del videogioco Soul Calibur 2, Talim… Forse se scoverò qualche sito in questione, prima o poi metterò una sua immagine!^^ Bene, non avendo molto da fare, mi divertirò a fare un po’ di pubblicità alle ff da me lette: se vi piace il sovrannaturale dark, vi consiglio vivamente di leggere la fic “Only a Dark Shadow” di Mazer, in questa sezione (consigliate anche le altre fic dell’ autrice), “Il potere del cuore” di JunJun, nella sezione “Tokyo Mew Mew” e “Digidestinated Last War” della stessa autrice nella sezione digimon (le trovate tutte su www.egoio.net/efp/). Poi, se preferite ridere, vi consiglio le fic di Riyu87 e Rika88; non so quale perché sono tutte molto divertenti!^^ E naturalmente vi invito anche a leggere tutte le mie fic, di Beyblade e non! -.^ Ciao a tutti! |
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