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Dietro un velo di ghiaccio

Francesca Akira89




CAPITOLI



-Capitolo 5-


(actentìon, please! Questo è una specie di p.o.v, perché è un sogno – o
ricordo, fate voi – ma NON di chi lo sta facendo! è__é)


- Et-voilà! Che ne pensi?
Lui guardò lo specchio, con una sincera espressione attonita sul viso.
- Non mi riconosco…- balbettò semplicemente, nel suo ancora stentato
giapponese, passandosi le dita tra le ciocche alla base della nuca.
L’ inserviente lo fece alzare, paziente, e gli rassettò la maglietta:
- Ora che fai parte della famiglia Hiwatari non puoi girare come se fossi un
ragazzo di montagna… Serve a mantenere il decoro!- spiegò, con l’ aria di una
che sta ripetendo la stessa cosa per la ventesima volta, mentre dava due colpi
di pettine a quei capelli appena sistemati.
- Ma a casa mia…
La donna diede un sospiro, squadrandolo con aria critica, e facendogli
intendere chiaramente che si stava rivelando un caso ben più difficile del
previsto.
Lui continuò comunque, con debole testardaggine:
- A casa mia nessuno imponeva agli altri come vivere…
- Adesso è questa la tua casa!- tagliò corto lei- E qui ci sono regole precise!
Non aggiunse più nulla, e si voltò di nuovo verso lo specchio, reprimendo un
sospiro. La superficie di vetro riflettente gli rimandò la sua immagine pallida
e affranta, e nei suoi occhi d’ ambra resi lucidi dall’ ansia spiccava una
chiara domanda: dove sono io…?


Mugolando, Andrew si tirò su dal letto. Ma che accidenti stava sognando..?!
Sbadigliò e si stropicciò gli occhi:
- Ralph..?- chiamò, assonnato.
Il tedesco borbottò infastidito nel suo letto e alla fine aprì gli occhi:
- Forse nessuno te l’ ha mai spiegato, Andy, ma solo perché tu sei sveglio non
è detto che debba esserlo anche il resto del mondo...- borbottò, sollevandosi
dal letto e grattandosi la schiena.
- Non te l’ ho chiesto io di venire a dormire qui in camera mia, sai?- replicò
lui, scendendo giù dal letto e dirigendosi verso il bagno.
- Non ci sarei mai venuto, difatti, se non fosse che nella camera che mi è
stata assegnata si è rotta la finestra e ieri non hanno avuto il tempo di
prepararmene un’ altra!- ribattè Ralph, piccato.
- Lo so.. lo so…- sbuffò Andrew, dal bagno- Me lo ricordo… non sono mica scemo…
Che bisogno c’ è di ripetermelo? (TU lo sai, ma i lettori no, stupido! >:P nda)
- A volte ho l’ impressione che giochi a fare il finto tonto!- replicò il
tedesco.
- Noo… Mi limito a essere colpito da un’ improvvisa sordità quando si tratta di
cose che non mi aggradano…- sporse il viso dalla porta del bagno per lanciargli
un ghigno molto poco signorile- Ho le orecchie sensibili, io!..
Fu il turno di Ralph di sbuffare:
- Piacerebbe anche a me avere questa dote… Soprattutto quando devo dividere la
stanza con un bufalo come te!
- Devo intendere che la notte con me non ti è piaciuta? ^__^ (non pensate cose
strane, ragazzi! °//° nda)
- Devi intendere che sarebbe ora di comprarsi uno di quei cerotti per il
russare, Andrew… Sicuro che te le hanno tolte, le adenoidi, quando eri piccolo?
-.-“
Il londinese scoppiò a ridere:
- Sicuro! E il medico il giorno dell’ operazione ha chiamato “Incredibile ma
vero”! Per qualche ragione non si riusciva a trovarle! In compenso ha trovato
nel mio stomaco una moneta da dieci pence… Dovevo averla inghiottita senza che
se ne accorgesse nessuno… Che fine abbia fatto non lo so.. Dev’ esserla tenuta
qualche infermiere della clinica…
Ralph sospirò più forte e si lasciò ricadere sul letto:
- Sei proprio matto, Andrew!- sentenziò- A volte mi chiedo cosa mi leghi ancora
a te!
- Il mio incredibile fascino?- suggerì Andrew, riemergendo finalmente dal
bagno, vestito a puntino- O il gemellaggio delle società delle nostre
famiglie?- lo stava prendendo in giro.
Nonostante la diversità, lui e Ralph erano sempre stati ottimi amici. Dove c’
era l’ uno c’ era anche l’ altro, l’ avevano imparato tutti.
Spesso e volentieri si erano ritrovati a dividere la stessa casa (diverse volte
anche la camera) anche per mesi, sempre a causa dei viaggi di affari delle due
famiglie.
In effetti, quella era una delle poche cose per cui Andrew era grato a suo
padre.
C’ erano stati molti litigi, all’ inizio, è vero; ma con il tempo il tedesco
aveva cominciato ad adattarsi all’ eccentricità dell’ amico, così come il
londinese si era abituato ai modi affettati e formali dell’ altro.
- Questo affare durerà ancora per molto?- domandò Andrew, pur sapendo che in
questo modo avrebbe provocato una litania di due ore.
- La cosa si sta rivelando più complicata del previsto.. Papà vuole determinare
bene i termini dell’ affare, prima di decidere…- rispose Ralph. Si alzò
sbuffando dal letto e si avviò nel bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Andrew alzò un sopracciglio di fronte a quell’inaspettata concisione. (può
sembrare incredibile ma questa parola esiste. Nda)
- Quell’ Hito non mi piace!..- disse, d’ impulso- Ha qualcosa di strano…
- Non piace molto neppure a me!- confessò il tedesco- Sembra pronto a passare
sopra a tutto per ottenere ciò che vuole! Ma nel campo degli affari capita
spesso di ritrovarsi davanti tipi simili! Insomma… in fondo non sta a noi
giudicare..- concluse, ragionevole.
“Professor” Ralph aveva ragione, come al solito.
- Che ne pensi dei nostri futuri colleghi, invece?- chiese il tedesco, con un
vago accento ironico e curioso.
Non ebbe bisogno di chiedergli a chi si riferisse.
- Kei è un idiota!- disse, a denti stretti, mentre s’ infilava le scarpe.
- No..- rispose Ralph, uscendo fuori dal bagno con la cravatta penzoloni dalle
spalle. (la CRAVATTA? O.O Così sì ke sembri muffoso, Ralph! Ndtutti)- Se lo sai
prendere non è male.. E’ abbastanza a posto.
Ralph era molto più indulgente di lui. Più tollerante.
- Se lo dici tu..!- replicò il londinese, con un tono che gli uscì vagamente
sarcastico.
Il tedesco gli lanciò un’ occhiata, con il chiaro desiderio di trovare qualcosa
con cui rimbeccarlo:
- E del cinese che ne pensi?- chiese, infatti.
Andrew sobbalzò:
- Di chi parli?
Ralph alzò un sopracciglio:
- Di Rei, di chi altri?
Andrew lo fissò a sua volta, confuso:
- Perché dici “cinese”?
Il tedesco restò in silenzio un secondo, come soppesando la domanda, mentre l’
altro lo fissava come se fosse stato l’ ultimo ritrovato della tecnica moderna:
- Può darsi che mi sbagli…- borbottò, sistemandosi le scarpe- Ma il suo accento
non è proprio… Non che sia un esperto delle lingue asiatiche, s’ intende, però…
E’ più una sensazione, ecco!
Il londinese lo fissò confuso, ma non disse nulla, finché quello non osservò:
- Ma non mi hai risposto: allora, Rei ti piace di più?
Lo stava prendendo in giro, era evidente.
Andrew s’ imbronciò e rivolse lo sguardo fuori dalla finestra:
- Non so… E’ difficile dirlo, non è che lo conosca così bene… Non sembra male,
ma ho una marea di dubbi su di lui!- rivelò, sinceramente.
Ralph aveva finito di prepararsi:
- Vi ho visto l’ altro giorno.. Chiacchieravate come vecchi amici…
- Già.. E’ stata la prima volta che mi sono sentito davvero a mio agio, con
qualcuno che non fossi tu…- per un attimo si chiese se avesse dovuto
raccontargli degli strani sentimenti che lo avevano animato in quell’
occasione. Decise che era meglio di no.- Sai, per me non è mai stato semplice
fare nuove amicizie.. Anche con Gianni e Oliver non è che abbia mai legato più
di tanto…
Il tedesco annuì:
- Lo so. Ma è sbagliato, dovresti provare a legarti a qualcun’ altro..
- Lo so..- borbottò Andrew, imbronciandosi.
- Io ora scendo.. Vieni con me?
- Vengo più tardi, magari…
- D’ accordo.- Ralph uscì, lasciandolo lì da solo, seduto sul letto e
incredibilmente, stranamente inquieto.

*****

Quando finalmente si decise a uscire dalla sua stanza, tutti gli altri
occupanti della casa erano in giro per i fatti loro, domestici compresi.
Forse Hito e compagnia avevano deciso di discutere dell’ affare direttamente
all’ azienda, e Ralph era andato con loro.
Aveva sentito bussare alla porta, ma non aveva risposto e nessuno era entrato.
“Meglio!” si disse, annoiato “Starò un po’ in pace, per una volta!”
Si diresse verso il soggiorno con la mezza idea di immergersi in una delle
poltrone e finire quel libro di storia che, da quando era arrivato là a Mosca,
non aveva più ripreso in mano. Per qualche ragione là non riusciva mai a
concentrarsi. (tutte buone le scuse per non studiare.. V_V nda)
Non appena varcata la soglia si fermò di colpo, sorpreso.
Inginocchiato davanti al caminetto, intento a fare chissà che, c’ era..
- Rei!- esclamò, incredulo- Ma che stai facendo?
Il moretto fece un vero e proprio salto, e per poco non cadde a faccia in giù
nel fuoco.
Gli dispiacque. Non voleva farlo spaventare.
- Andr.. ew…!- balbettò, respirando a fatica- Mi hai fatto prendere un colpo…
- Scusami…- replicò lui, avvicinandoglisi- Tutto a posto? Che stavi combinando?
Rei si rialzò:
- Nulla..- disse. Il londinese notò per la prima volta ciò che teneva tra le
mani: un vaso di ceramica tutto sporco di fuliggine- Mi è caduto questo nel
camino!- spiegò, notando il suo sguardo- Non si è rotto ma si è sporcato
tutto…- gli diede una sfregatina con la manica, che peraltro non servì a molto.
- Aspetta…!- protestò Andrew, più o meno divertito- Così ti sporchi tu..
- Non posso mica lasciarlo così!- replicò lui. Per la prima volta da quando lo
conosceva, Andrew si accorse che nei luminosi occhi del “cinesino” (almeno a
detta di Ralph) ribolliva una velata ribellione non proprio piacevole.
- Non possono pensarci i domestici?..- chissà perché si ritrovavano sempre a
discutere su cose ridicole… -.-“
- Oggi è il giorno di libertà… Non ti sei accorto che non c’ è in giro
nessuno?- Rei soffiò all’ interno del vaso con la chiara intenzione di farne
fuoriuscire la cenere che vi si era depositata. Ci riuscì, anche se, a causa
della forma concentrica del vaso, tutta la fuliggine si scaricò sul suo viso in
una nuvoletta di fumo:- Coff… E-tchuù…!- il ragazzo si strofinò occhi e naso,
provocando le risate dell’ altro.
- Dà qua!- fece, levandogli di mano il vaso di ceramica e riponendolo di nuovo
sul davanzale- Dovresti curarti un po’ di più, Cenerentola…- ridacchiò,
passandogli il pollice sulla guancia e tracciando così una striscia bianca.
Rei s’ imbronciò, fissandolo accigliato. In mezzo a tutto quel nero, i suoi
occhi risaltavano come oro zecchino.
- Non posso essere Cenerentola… Sono un uomo..- osservò, chiaramente a corto di
battute.
- Ma sì, dai… Volevo solo scherzare…- rispose lui, con un tono stranamente
conciliante. Prese un fazzolettino dalla tasca e glielo porse.
Lui lo accettò dopo un secondo di esitazione.
Andrew rimase lì a guardarlo mentre si ripuliva accuratamente la faccia,
strofinandola come fanno i gatti. (avete presente? =^^= nda)
Alla fine dell’ operazione era piuttosto rosso, anche se non era sicuro che
fosse dovuto agli sfregamenti del fazzoletto (ora decisamente sudicio).
- Grazie..- borbottò, restituendoglielo.
Lui lo prese con due dita, reprimendo una smorfia, e lo appoggiò sul davanzale,
vicino al vaso (non ti sembra di esagerare? Era sporco di cenere, mica di
moccio! >.<* ndRei) (Love, è che i vestiti costano… -.- ndAndrew). Dopodiché si
lasciò sprofondare in una delle poltrone, sospirando.
Notando che l’ altro non accennava a sedersi né a parlare, borbottò:
- Non te la sarai mica presa!- doveva suonare come una domanda, ma gli uscì un’
esclamazione. Anzi, quasi un’ accusa.
Rei scosse la testa e andò a sedersi sulla poltrona accanto alla sua.
Rimasero così in silenzio per chissà quanto, poi Andrew chiese:
- Dove sono andati tutti?
- Tuo padre è andato insieme al signor Jurges nell’ ufficio del signor H.. del
nonno per discutere i termini dell’ affare… Ralph e Kei sono andati con lui.-
rispose il moro.
Andrew lo ascoltò distrattamente. Aveva fatto quella domanda solo per rompere
il silenzio, non tanto per la risposta:
- Come mai sei rimasto qui?
Rei si strinse nelle spalle:
- Non avevo voglia di andare all’ azienda… Non avevo voglia di ascoltare tutte
quelle chiacchiere su cosa è meglio e cos’ è peggio fare per favorire questo e
quell’ andamento di borsa…- rendendosi forse conto di aver parlato troppo, si
azzittì.
- Capisco cosa vuol dire…- disse però Andrew, con l’ ombra di un sorriso.
La sua risposta fu seguita da un altro silenzio, poi Rei si sporse un po’ dalla
sua poltrona, voltandosi nervosamente verso la finestra:
- Piove…- mormorò, irrequieto.
- Già.- rispose Andrew, senza sapere che altro dire. Non capiva cosa ci fosse
da essere nervosi solo per un po’ di pioggia. Anche se, doveva ammetterlo, in
quell’ enorme villa, in quel momento così vuota, i tuoni lontani e il
ticchettio della pioggia contro i vetri riecheggiavano amplificati in maniera
vagamente inquietante.
Rei stava con le orecchie ben tese, le mani chiuse a pugno sui braccioli della
poltrona, il viso inclinato da un lato, come se cercasse di decifrare una
lingua sconosciuta.
Chissà cosa stava ascoltando, che lui invece non riusciva a sentire…
Andrew si accigliò e distolse in fretta lo sguardo, posandolo sulle fiamme
guizzanti del caminetto: ma che sciocchezze assurde gli venivano in mente..?
Rimase con lo sguardo fisso su quelle lingue rossastre e danzanti per chissà
quanto tempo, fino a che la voce di lui non lo riportò alla realtà:
- Tu ci credi al destino?
Andrew si voltò a guardarlo e Rei abbassò lo sguardo, arrossendo, chiaramente
imbarazzato dalla sua stessa domanda.
- Con il futuro che mi aspetta evito di farmi domande simili.- rispose il
londinese, in tono neutro.
- Che intendi?- chiese Rei, confuso.
- Bè..- fece l’ altro, stiracchiandosi e mettendo le braccia dietro la testa-
So già quello che succederà: un giorno o l’ altro sarò spinto a sposare una
brava ragazza, figlia di qualche importante imprenditore, prenderò il controllo
dell’ azienda McGregor, metterò al mondo un erede che mi succederà, eccetera
eccetera… Lo stesso per Ralph… E’ così che vanno queste cose!- gli gettò un
sorriso sarcastico- Attento! Vedrai che toccherà anche a te una cosa del
genere!
Rei non rispose nulla. Si limitò a stringere le labbra per un secondo, per poi
riportare lo sguardo fuori dalla finestra:
- Ma se scoprissi che c’ è un destino.. Cosa faresti?..- insistette.
Non si era sbagliato. Era proprio testardo.
- Bè.. allora cercherei di scoprire qual’ è, e mi comporterei di conseguenza!-
rispose.
Non sapeva se era per colpa della pioggia, il cui ticchettio contro i vetri era
diventato man mano costante, quasi ossessivo, ma cominciava a non sentirsi
neanche lui più tanto tranquillo.
Rei fece una breve risata, leggera come un sospiro:
- Non male come idea! Magari si trova scritto in un libro, o forse…- il suo
sguardo si fece pensieroso, e non concluse.
Il londinese rimase a sua volta in silenzio, osservandolo fisso, quasi
incantato. Non l’ aveva mai visto ridere prima. Gli sarebbe piaciuto
vederglielo rifare… (prova a fargli leggere una delle ff di Riyu87.. Stroncano
dalle risate! *_* nda) (Pure la pubblicità occulta, adesso! Ma ti pare questo
il momento?! #)>.<(# ndtutti_incazzati)
Notò una segno di fuliggine sulla guancia dell’ asiatico che doveva essere
sfuggito alla pulizia di poco prima. Prima che potesse accorgersi di ciò che
faceva, allungò un mano e gliela ripulì con il dorso delle dita.
Rei si voltò a guardarlo in quello stesso istante.. e la sua mente venne
risucchiata in un vortice di strane immagini.
Fuoco.
Fiamme divampanti, alte, assassine.
Grida, pianti, suppliche.
Una figura oscura, eretta davanti a lui.
Un bagliore accecante.
Nero assoluto.
Andrew sbattè le palpebre, con un sussulto, ritornando bruscamente alla realtà.
Rei si era sottratto al suo tocco, e adesso lo fissava con un miscuglio di
paura mista a confusione, ma non era certo che fosse dovuto al suo gesto.
Le sopracciglia nere dell’ asiatico erano leggermente corrugate, come di chi si
sta sforzando di capire una cosa molto difficile.
..Aveva visto ciò che aveva visto lui?
Andrew abbassò gli occhi, incapace di reggere quello sguardo, così come di
capire cosa gli stesse succedendo.


NOTA DELL’ AUTRICE

Ciao! ^^ Sono tornata!! (NOOOO!!!! OoO ndtutti)
Questo capitolo non è una gran cosa… Semplicemente era una settimana che non
scrivevo niente di niente e cominciavo ad avvertire un certo vuoto… Non so se
mi spiego… V__V
Per quanto riguarda il pezzetto iniziale.. Bè, lo so che i p.o.v sono quelli in
prima persona, ma io non so proprio scrivere a quella maniera.. )°.°(
Cmq, penso che anche così sia una specie di p.o.v. .. insomma, fino ad ora si
erano visti solo gli avvenimenti a cui assisteva anche Andrew, no? Mentre nel
sogno/ricordo si vedevano quelli di.. bè, avrete capito di chi, no?! -.^
Ringrazio tutti quelli che si stanno sorbendo la mia ff… Spero di non tediarvi
con la mia presenza ancora per molto! ^^”
Un bacione a tutti! =*


 

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