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Dietro un velo di ghiaccio

Francesca Akira89




CAPITOLI



-Capitolo 10-


(p.o.v. – per così dire – diverso, stavolta…)


Kei si mise d’appoggio su un braccio, gettando un’ occhiata al cordless che ora
giaceva silenzioso sul lucido ripiano di legno del comodino.
Sentiva ancora il dislivello del letto dietro di sé e sapeva che lo stava
guardando, ma non aveva alcuna voglia di rivolgergli lo sguardo, né tantomeno
la parola.
Era quasi sul punto di chiudere gli occhi e tentare di farsi un sonnellino
pomeridiano, quando lui parlò:

- Grazie, onee-san…

- Non chiamarmi così!- sbottò Kei, bruscamente, tirandosi a sedere di scatto e
voltandosi nel contempo verso di lui.

- Quando eravamo più piccoli ti piaceva…- replicò Rei, per niente intimorito da
quei due occhi di fuoco.

Kei ebbe modo di osservarlo per bene: stava seduto compostamente ad un angolo
del letto, con le mani in grembo e il capo appena reclinato da un lato per
guardarlo in faccia, con tutta l’ eleganza che ci si aspetterebbe da una
persona appartenente all’ alta società.
Aveva imparato in fretta a comportarsi come il nipote di un ricco uomo
d’affari, e visto come e dove era cresciuto la cosa lo stupiva non poco…

- Quando eravamo piccoli era un conto, e inoltre…- s’ interruppe, gettandogli
un’ occhiata decisamente acida, come a dire “Te la sei voluta tu!”- Sai
benissimo il motivo della mia freddezza nei tuoi confronti…

Rei scostò per qualche secondo lo sguardo, ma si riprese in un attimo:

- Kei…

Il giapponese fece un gesto di stizza:

- No! Non ricominciare! Non intendo ascoltare altro!

- Tutto questo non è dipeso da me…- mormorò Rei, sporgendosi verso di lui.

Un secondo prima che la sua mano riuscisse a posarsi sulla spalla di Kei, però,
il ragazzo lo afferrò per un polso, bloccando la sua avanzata:

- Questa è una risposta scontata…

- Può darsi, ma…

- Non mi interessa ascoltare le tue scuse, spiegazioni o ragioni… Non me ne
frega niente se c’è un motivo o se non si poteva evitare! So solo che finché ci
sarò io, in questa casa, questo NON ESISTERA’… E tu farai bene a regolarti di
conseguenza!

Stava stringendo fino a fargli male, ma Rei non batté ciglio:

- In questo modo non farai altro che soffrire di più…- mormorò.

- Questo non ti riguarda!- ribatté Kei. Chiuse gli occhi, in un ultimo, vano
tentativo di controllarsi: quegli scoppi d’ ira stavano diventando sempre più
frequenti man mano che passava il tempo, e non riusciva in alcun modo a
frenarsi.

Riuscì almeno a mollare la presa dal braccio di Rei, prima di rischiare di
fargli male sul serio… come del resto era successo altre volte. Anche se poche,
per fortuna.

- Stai rifiutando la realtà, non te ne rendi conto?!

D’ altro canto gli pareva che il cinese provasse una sorta di sadico
divertimento nel farlo arrabbiare.
Gli voltò nuovamente le spalle, ignorando quell’ ultima domanda, che del resto
non si aspettava una risposta, e sollevò la testa:

- Vattene.- disse, stanco- Esci da camera mia, adesso.

- Kei…

- Ti ho detto fuori!- sbottò, alzando di colpo la voce.

Ci fu un attimo di silenzio:

- ..Perché..?- la voce di Rei suonò abbastanza rattristata, ma la cosa servì
solo a farlo infuriare di più.

- Ho fatto quello che mi hai chiesto..- rispose il giapponese, rimettendo a
fatica il tono acido ad un volume normale- Adesso mi farai il favore di farlo
anche tu! Esci!- ordinò, senza mezzi termini.

Rimasero a fissarsi per qualche secondo, poi Rei abbassò gli occhi:

- Va bene…

Si alzò e si diresse verso la porta.
Un attimo prima che l’ aprisse, però, Kei parlò di nuovo:

- E d’ ora in poi…- sibilò- Sta bene attento al che non accadano altri…
incidenti!

Alzò il viso a guardarlo, fissandolo dritto negli occhi:

- Niente cose strane, mai più!- ordinò, in un tono che non ammetteva repliche.

Il volto di Rei si oscurò:

- Non hai il diritto di darmi un ordine del genere..- protestò. Evidentemente
il tono di Kei non aveva sortito molto effetto.

- Non ho il diritto?!- ripeté Kei, con una risata forzata- Attento, Rei.. Non
provocarmi… Sai bene che, se solo lo volessi, potrei farti finire di nuovo a
fare la cavia alla Borg! L’ avidità in mio nonno è ben più forte della
gratitudine, te l’ assicuro!

Ci fu una pausa spiacevole.

- Hai intenzione di denunciarmi?- chiese Rei, infine.

Kei strinse le labbra:
- Sì! Se sarà necessario, sì!- dichiarò. Le sue dita però stringevano
nervosamente la coperta, chiaramente combattute. (“combattute”..? Delle dita..?
Ndandrew) (in questo cap non eri ancora arrivato a rompere e tutti eravamo
felici! -__-# nda)

Ci fu l’ ennesimo silenzio.

- E allora.. fallo!- sussurrò alla fine Rei, con un sospiro, a testa bassa-
Fallo, e che sia finita!

Kei sobbalzò, e le sue dita contratte si distesero di colpo contro il
copriletto.
Tutte le sue difese crollarono di botto, mentre vecchi ricordi riaffioravano
nella sua mente.

“D’accordo, Rei… Hai vinto tu!” pensò, amareggiato.

- No.. Non intendevo dire questo…- mormorò, distogliendo lo sguardo, quasi
imbarazzato- Sai bene che non lo farei mai… Non manderei neanche un cane in
quel manicomio…- aggiunse, con disprezzo- Ma tu…

- Io!- sbottò Rei, facendolo sobbalzare- Guardami bene, Kei! Guarda il mio
corpo! Non sono un mostro, e neanche…- non ebbe il tempo di finire la frase,
perché il fratello adottivo gli piombò addosso, strappandogli un gemito.

- Ora basta, d’ accordo?!..- sibilò- Ti sei divertito, e va bene, ma adesso è
troppo… Esci subito da qui… Non me ne importa niente se adesso ti chiami
Hiwatari… Non potrò mai perdonarti per quello che mi hai fatto…

- Io non ho fatto niente…- balbettò Rei, con più rabbia che paura.

Gli occhi spaventanti di entrambi colsero un lieve luccichio far capolino da
sotto la camicia del cinese.

- Va’ via!- Kei aprì la porta e lo spinse fuori, richiudendola di botto un
attimo dopo.

Appena fu certo che si fosse allontanato, si accasciò a sedere con la schiena
premuta contro di essa, tenendosi le tempie strette fra le mani, come cercando
di far schizzar via il dolore.
Poi, con sua grande sorpresa, scoppiò in lacrime.


(O_O … Io non c’entro... Hanno fatto tutto da soli. Giuro. Nda)

*****

(p.o.v. nuovamente d’Andrew.. La scena precedente si è presumibilmente svolta
poco prima che il londinese compiesse la sua azione clandestina – -.-“ ndAndrew
– mentre adesso riprende direttamente dal ritorno a casa da parte degli
europei.. nda)

E adesso che avrebbe dovuto fare?..
Era una domanda che si stava facendo spesso, negli ultimi tempi, notò.
Sperava solo che in quel posto non ci fossero telecamere o anti-hacker
nascosti, o magari da lì a domattina si sarebbe ritrovato ad una centrale di
polizia russa a spiegare a dei poliziotti - e soprattutto a suo padre e a Ralph
- perché mai si fosse introdotto illegalmente in un programma privato.
Comunque, preoccupazioni a parte, c’ era un’ altra cosa che lo angustiava; dopo
quanto fatto, dopo le ultime scoperte, avrebbe dovuto essere sicuro di aver
ormai svelato il segreto e il mistero delle origini di Rei…
Ma per qualche ragione non riusciva a prenderle per buone.
C’ erano troppe cose che non quadravano.
Tanto per cominciare, perché mai, dopo aver analizzato e rivoltato come un
calzino quel povero bambinetto di più o meno dieci anni (qui parla di Rei nda),
Hito Hiwatari aveva deciso di adottarlo, invece di spedirlo in qualche
orfanotrofio o metterlo insieme a Boris e Yuri e tutti quei ragazzi che stavano
alla Borg – per Dio solo sa quale motivo – come sarebbe apparso più logico?..
Chissà perché, ma non gli aveva fatto troppo l’impressione del caritatevole
difensore dei poveri… -___-“

In ogni modo, perplessità a parte, aveva anche un’ altra preoccupazione; di
sicuro finché era lì avrebbe rivisto Rei… E sapeva che, dopo quanto scoperto
sul suo conto, non sarebbe più riuscito a guardarlo in faccia come prima.
E se si fosse accorto che aveva capito tutto (oddio, qualcosa)..?
Se avesse compreso che negli ultimi giorni non aveva fatto che spiarlo e fare
ricerche su di lui?
Cosa avrebbe pensato sul suo conto?
Va bene che in quel momento, dopo tutto quello che era venuto a sapere, non
aveva alcuna intenzione di lasciar perdere il suo obbiettivo (cioè lui), ma non
voleva nemmeno che pensasse male di lui…
Oooh! Che confusione…!

I suoi tormentati pensieri furono interrotti dall’ udire dei sommessi
singhiozzi soffocati e quasi infantili…
Si voltò.
Alla sua sinistra c’era una porta semi-aperta… Era da lì che proveniva il
pianto…
La riconobbe senza indugiare: era la stanza del caminetto.
Ebbe una specie di brivido su per la schiena, nel ricordare con chi l’ultima
volta aveva trascorso il suo tempo lì dentro, poi si fece coraggio ed aprì la
porta.

Era Rei a piangere.. Un pianto abbastanza debole e silenzioso, ma pur sempre un
pianto…
Era steso sul divano, con la testa nel cuscino, scosso solo ogni tanto da
qualche singhiozzo asciutto…

Andrew rimase sulla soglia, indeciso sul da farsi…
Non sembrava che Rei si fosse accorto della sua presenza, o forse, più
semplicemente, sperava che vedendolo piangere decidesse di lasciarlo in pace…
Se era davvero per quello.. bè, era una speranza vana.

- Cos’ è successo?- chiese Andrew, infatti, avanzando verso di lui.

Rei si tirò su, asciugandosi gli occhi.
Come previsto, non sembrava affatto sorpreso di vederlo, ma abbastanza
irritato.

- Non sono fatti tuoi!- disse, piattamente.

- Hai litigato con Kei?

Stavolta il cinese non riuscì ad evitare un sobbalzo di sorpresa, dando in
questo modo una conferma al londinese.

- Come fai a…?- balbettò Rei.

- Allora è vero..- disse Andrew. Si avvicinò ancora di più e gli si sedette
accanto.

Sembrò che Rei si stesse mordendo la lingua.
Fu allora che vide per la prima volta quella cosa che gli oscillava debolmente
dal collo; chissà perché non l’ aveva mai notata prima… Forse non se ne sarebbe
mai accorto se il sole, in quel momento, non avesse creato quell’ involontario
gioco di luci…

Sentì il moro sussultare una seconda volta, nell’ avvertire la sua mano
toccargli il collo. (O///O ndlettori) (perché pensate sempre male..? ^^” nda)
Andrew aveva preso tra due dita il piccolo ciondolo, rigirandolo delicatamente
per guardarlo bene sia davanti che da dietro:

- Cos’ è?- chiese, curioso. A prima vista, sembrava una specie di rotonda
piastrina di metallo finemente decorata, racchiusa stretta tra due vetrini
tagliati a rombo.

La decorazione consisteva in un minuscolo e molto realistico ritratto a figura
intera di una tigre del Bengala.

Rei tirò su col naso e riprese gentilmente il pendaglio dalle mani del
londinese:

- E’ un ciondolo..- mormorò, accarezzandone distrattamente le estremità fra il
pollice e l’ indice- Rappresenta Byakko…

Lo disse col tono più normale del mondo, ma Andrew aggrottò le sopracciglia,
perplesso:

- Byakko..?- chiese, interrogativo.

Rei lo guardò un secondo e poi sorrise, chiaramente divertito dalla sua
ignoranza:

- Byakko è uno dei quattro animali sacri che proteggono il Giappone.. bè,
almeno secondo la leggenda… Non conosci questa storia?

- Bè… Veramente, solo vagamente…- rispose lui, arrossendo suo malgrado.

Rei sorrise condiscendente e si sistemò più comodamente sul divano, in modo che
potessero chiacchierare guardandosi in faccia:

- Bè.. Saprai che Kyoto un tempo era la capitale del Giappone, almeno prima del
1868, quando Yedo, cioè Tokyo le rubò questa funzione… Comunque questo ora non
c’entra… Dunque, quando Kyoto era ancora la capitale dello Stato, fu scelta
come dimora dei quattro animali sacri…

- I quattro “animali sacri”?- chiese Andrew, interessato, appoggiandosi a sua
volta con il gomito sullo schienale del divano- Cioè?

- Gembu, la tartaruga nera, a Nord sul monte Funaoka… Seiryu, il drago blu, a
Est sul fiume Kamo… Suzaku, la fenice rossa, a Sud sul lago Ugura… E Byakko, la
tigre bianca, a Ovest lungo il confine… Quattro animali sacri in tutto, uno per
ogni punto cardinale!- Rei contò sulle dita mentre parlava, e alla fine rialzò
gli occhi con un sorriso- Pensaci, con le spalle alla montagna e il
collegamento con il mare, Kyoto aveva le condizioni ideali per essere la
capitale… E’ per questo stesso motivo che furono costruiti molti santuari e
templi, attorno al lago e agli altri luoghi sacri. In pratica, si pensava
dovessero servire a proteggere la città dall’ influenza degli spiriti maligni…
dato che Kyoto era ritenuta una città vicina in qualche modo al mondo oscuro… O
almeno a un altro mondo diverso da questo…- la sua voce si era fatta
leggermente pensierosa, mentre parlava. Si riscosse, e tornò a guardarlo-
Ecco.. Credo di averti risposto, Andrew…

- Oh, sì.. eccome!- disse Andrew, sorridendo imbarazzato- Certo che sai un
sacco di cose su questo argomento… Ma forse per te che ci abiti, in Asia, è
normale… Dov’ è che si trova esattamente Kyoto?

- Oh, possiamo vederlo subito… Nella biblioteca ci saranno almeno una decina di
atlanti…- si alzò e gli fece cenno di seguirlo, cosa a cui lui obbedì senza
pensarci troppo.

Passarono il resto della serata a chiacchierare su questo.

Solo quando, quella notte, Andrew si ritrovò a letto, si rese conto di quanto
bene Rei fosse riuscito a distogliere la sua attenzione dalle sue lacrime.

“Uno a zero per te, Rei..” si disse, amaramente divertito “Ma presto o tardi
capirò cosa c’ è sotto il tuo comportamento… E capirò anche..” sentì un fitta
improvvisa al cuore, socchiudendo gli occhi, turbato “Capirò anche perché mi
sento così strano quando penso a te!”


NOTA DELL’ AUTRICE

Un altro inutile capitolo è stato portato a termine…
Fra piagnistei, continui ficcanasare di Andrew (di questo passo gli verrà un
bel mal di testa!) (a me perlomeno è venuto.. O.O) e lezioni sulle leggende
giapponesi (a proposito; tutte le informazioni che riguardano Kyoto e i 4
animali sacri le ho prese dalla puntata n. 33 di Digimon 02.. Spero solo di
aver scritto correttamente tutti i nomi!.. ^^”), non è successo praticamente
NIENTE… L’ unico particolare più o meno rilevante è stata l’entrata in scena
del bit della tigre bianca…
(Del resto, non avrebbe avuto molto senso mettere questa fic tra quelle di
“beyblade” se non ci infilavo neanche un bit power o un beyblade… ^.^”)
E’ abbastanza importante ai fini della storia.. Poi non aggiungo altro o faccio
spoiler!
Comunque questo chap è degradante, oltre che grottesco, a partire da quell’
ultima frase sdolcinata da romanzetto rosa di terza classe… >:D::::: Bleak…
Ok.. Penso che mi prenderò un po’ di pausa da questa fic per riordinare le idee
e riprendere Bright Hearts…
Fatemi gli auguri.. -.-“
Ciao


 

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