FANFIC

City lights

Misty




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19. La vendetta di Craig

Con un lieve sospiro, Viv allunga le braccia sopra la testa, stiracchiandosi. I
capelli biondi ricadono all’indietro a sfiorarle le scapole.

«Ti senti più tranquilla ora?» chiede Broke, guardandola.

La bionda scrolla le spalle. «Ti dirò.» mormora «Non mi sentirò davvero
tranquilla finché non sarò certa che Craig sia dietro le sbarre.»

Dandosi lo slancio con le braccia, Misty si siede sul bancone di Viv. «Non
sapete quanto sarei felice se lo sbattessero dentro a vita.» afferma, sbuffando
«È una testa di cazzo. Veramente.»

«Sono pienamente d’accordo con te.» dichiara Ash, sfiorando con le dita il
livido sulla propria guancia «Direi che non mi è mai stato molto simpatico… e
dopo quello che ha fatto a Viv, beh, per quanto mi riguarda potrebbero farlo
marcire in cella fino alla fine dei suoi giorni.»

«Davvero, Viv.» sbuffa Broke «Come facevi a stare con uno come lui?»

«Te l’ho detto, ero una svitata allora.» afferma lei con un’altra alzata di
spalle «Ed ero soltanto una ragazzina. Non so esattamente perché Craig mi
piacesse… perché era un duro, forse.»

Misty la guarda, incuriosita. «Come mai poi hai deciso di lasciare la banda,
allora?»

La bionda fa una smorfia. «Troppo criminali per i miei gusti. Voglio dire…
all’inizio era divertente. Quasi.»

Broke la guarda allibito.

«Cioè…» si affretta a giustificarsi lei «Era figo. Sai, il fascino del
proibito.»

«E allora?» insiste Misty «Perché poi te ne sei andata?»

Viv sospira. «Stava diventando troppo… pesante. Va bene rubare un paio di birre
da un negozio o qualche altro furtarello del genere, ma preferisco non essere
nei paraggi se qualcuno vuole aggredire i passanti con un coltello per
derubarli.»

«E Craig e i suoi facevano cose del genere?» chiede Ash, disgustato.

«Lo facevano e lo fanno ancora.» sospira la bionda «Craig più di tutti. Per lui
non era divertente limitarsi a far sparire qualche bottiglia dagli scaffali di
un grande magazzino.»

Broke la guarda. «Quindi, quando il resto del gruppo ha iniziato a fare cose
troppo illegali, te ne sei andata.» afferma «Giusto?»

Lei annuisce. «Se vuoi metterla nel modo più breve… sì, è giusto.»

Broke le lancia un’occhiata strana. «E se non voglio metterla nel modo più
breve?»

«Lascia perdere.» taglia corto Viv «Più o meno hai detto tutto. È solo stato un
po’ più complicato… beh, molto più complicato.»

Misty si passa una mano fra i capelli, ravviandoli all’indietro. «Ma Craig…»

Prima che possa finire la frase, la porta di ingresso dell’edificio si
spalanca. La luce proveniente dalla stanza illumina la figura ferma sulla
soglia, facendola risaltare con precisione quasi innaturale contro la strada
buia.

Viv trasale, spalancando gli occhi. «Oh Dio…»

Broke le prende la mano e la stringe forte. Dopo un attimo di esitazione, Ash
si pone davanti a Misty, che si aggrappa al suo braccio tremando.

Craig, fermo davanti alla porta, fissa tutti e quattro con occhi di ghiaccio.
«Che c’è, per caso siete sorpresi di vedermi?» sogghigna.

«Craig…» boccheggia Viv, senza staccare gli occhi da lui «Che… che cosa ci fai
qui?»

«Una visita di cortesia.» ironizza lui. Poi scoppia a ridere. «Tranquilla,
Vivian, non sono qui per te… non adesso.»

«C-che vuoi dire?» mormora la bionda, con la voce che trema.

Craig scuote la testa. «Non sei stata tu a chiamare la polizia, lo so. Non ne
avresti mai avuto il coraggio. E scommetto cento dollari che so chi è stato.»

Viv resta in silenzio, troppo spaventata per parlare.

Craig guarda Ash. «È stata una tua trovata, non è vero, figlio di puttana?»

«E se anche fosse?» sibila Ash a denti stretti, cercando di impedire alla
propria voce di tremare.

«Pensavi forse di passarla liscia?» ringhia Craig.

Ash deglutisce. «Se vuoi accoltellarmi, prima dovrai battermi.» afferma,
sollevando le mani strette a pugno.

Craig sghignazza. «Ti riferisci al mio vecchio coltello?» ghigna «Oh no… ho
trovato qualcosa di molto meglio…»

Porta la mano alla tasca dei jeans, lentamente. Quando la alza verso di loro,
stringe fra le dita la pistola sottratta all’agente di polizia.

«Ho ancora cinque colpi.» dichiara «Non credere che li sprecherò.»

Ash sente una goccia di sudore gelido scivolargli lungo il viso. «Mettila giù.»
mormora.

Il sogghigno scompare immediatamente dal volto di Craig. «Attento. Non mi
sembra che sia tu quello con la pistola in mano, giusto?» ringhia «Sono io che
do gli ordini qui.»

Ash resta in silenzio.

«Molto bene.» sibila Craig «Adesso, che nessuno di voi faccia una mossa.»

«Non lo farai.» mormora lentamente Ash, senza distogliere gli occhi dalla canna
della pistola «Non sei un assassino.»

Craig sogghigna. «Non ancora.» afferma «Credi forse che stia bluffando un’altra
volta? Beh, ti sbagli di grosso, moccioso.»

Preme il grilletto. Il boato dello sparo è assordante.

Ash si piega in due, premendo le mani contro lo stomaco. Grosse gocce di sangue
filtrano fra le sue dita, cadendo sul pavimento grigio.

«ASH!» Misty salta giù dal bancone, tentando di raggiungerlo, ma Craig le punta
addosso la pistola.

«Non ti muovere.» sibila «O ne sparo uno anche a te.»

Con un gemito, Ash cade all’indietro, evitando per un pelo di sbattere la testa
contro il bancone. Misty muove un passo verso di lui.

Craig continua a tenere la pistola puntata verso di lei. «Se fossi in te non mi
muoverei.» afferma.

Misty lo fissa per un lungo istante. Si morde le labbra. «Ma tu non sei in me.»
sibila infine. Poi corre da Ash.

Si lascia cadere in ginocchio al suo fianco, prendendogli la mano. «Ash!»
esclama, del tutto in preda al panico «Ash, mi senti? Ash!»

Ash geme. «Misty…» mormora.

«E va bene.» sibila Craig «Te lo sei voluto, puttana.»

«Metti giù quell’arma.» intima la voce ferma di Broke alle sue spalle.

Continuando a tenere la mano di Ash, Misty si volta verso il punto dal quale
proveniva la voce: Broke è in piedi dietro a Craig. Stringe fra le mani una
pistola, tenendolo sotto tiro.

Craig si accinge a voltare l’arma verso di lui.

«Non ci provare.» ordina Broke «Ti farei schizzare fuori il cervello prima
ancora che tu abbia il tempo di voltarti, schifoso figlio di puttana.»

Misty approfitta della momentanea distrazione di Craig. «Ash?» sussurra,
posando una mano sul volto del ragazzo «Ash, resisti. Adesso cerco un telefono
e chiamo un’ambulanza. Andrà tutto bene.»

Si alza in piedi. Ash tende debolmente una mano verso di lei, sussurrando il
suo nome.

«Adesso posa a terra quella pistola.» sta dicendo Broke a Craig.

Craig esita. Poi esegue.

Misty obbliga se stessa a resistere alla tentazione di tornare da Ash.
Attraversa la porta correndo. In corridoio ci sono i due telefoni di cui ha
parlato Viv, ma Viv ha anche detto che non funzionano.

Misty porta all’orecchio il ricevitore del primo. Non c’è il segnale di libero.
Sperando più che altro in un miracolo divino, compone il centodiciotto, ma il
telefono resta muto. Frustrata, la ragazza lascia cadere il ricevitore, senza
preoccuparsi di riagganciarlo.

Prova con il secondo, ma con lo stesso risultato.

«Porca puttana!» impreca, mentre gli occhi le si riempiono di lacrime. Poi
improvvisamente ricorda.

«VIV!» urla, correndo di nuovo nella hall «Viv, porca miseria! Prendi il
cellulare e chiama un’ambulanza! Sbrigati!»

La bionda sembra riscuotersi da una sorta di trance. «Dio, sì.» mormora.
Afferra il cellulare e compone velocemente il numero.

Misty corre di nuovo da Ash. «Ash, ascoltami.» sussurra, sforzandosi di
trattenere le lacrime «Viv sta chiamando l’ambulanza. Va tutto bene. Andrà
tutto bene, te lo prometto.»

Lui apre appena gli occhi. Una pozza di sangue scuro si sta allargando attorno
al suo corpo. «L-lascia perdere…» mormora piano «È troppo tardi…»

«Non dire assurdità.» lo interrompe Misty quasi con rabbia. La sua voce si
incrina. «Tu non morirai, Ash.»

Broke continua a tenere la pistola puntata verso Craig. «Viv, chiama la
polizia.» ordina non appena lei riattacca. La bionda esegue.

«Misty…» sussurra Ash, con voce così sottile che la ragazza deve chinarsi in
avanti per sentirla. Tossisce, e un rivolo sottile di sangue sgorga dalle sue
labbra.

«Non parlare.» Misty scuote la testa, obbligandosi a non battere le palpebre
per impedire alle lacrime di traboccarle dagli occhi «Non ce n’è bisogno.»

Ash fa debolmente cenno di no con il capo, stringendo la mano di Misty come se
cercasse in lei un appiglio per rimanere aggrappato alla vita ancora per
qualche istante. «No…» mormora «D-devo dirti una cosa… è importante…»

Misty rimane in silenzio. Una lacrima cade sulla sua guancia. «Dimmi.» sussurra
alla fine.

«Misty…» mormora Ash con un filo di voce «Misty, ti amo…»

La guarda ancora per un istante, poi chiude gli occhi. La mano stretta in
quella della ragazza si fa di colpo inerte.

Tremando, Misty gli posa due dita sulla gola. Le pulsazioni sono deboli, lente,
irregolari, ma ancora presenti.

Si china su di lui. Senza curarsi del sangue, gli sfiora le labbra con un
bacio.

«Ti amo anch’io.» sussurra, raddrizzandosi «Resisti ti prego.»

Lo sferragliare delle sirene dell’ambulanza si fa finalmente sentire. Una
frenata, poi alcuni paramedici si fanno largo nel Pokèmon Center. Ash viene
caricato su una barella, e dopo pochi istanti l’ambulanza riparte a sirene
spiegate verso l’ospedale.

Con il corpo scosso da violenti brividi, Misty rimane per qualche istante con
lo sguardo perso nel vuoto. Poi, lentamente, abbassa lo sguardo sulle proprie
mani. Sono sporche del sangue di Ash.

E allora scoppia in lacrime.


 

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