FANFIC Like a fairy tale CAPITOLI
1. C'era una volta... Allontanando distrattamente dal viso una ciocca di capelli rossi, Misty alza lo sguardo dal suo libro per controllare Ashley. La bimba, seduta su una sedia troppo grande per lei, traccia vortici di colore su un foglio bianco tenendo la matita goffamente stretta nel pugno. Mormora sommessamente le parole di quella che potrebbe essere una canzone o una filastrocca, dondolando su e giù le gambette. Ashley ha quattro anni adesso, ed è una bambina deliziosa. Le guance rotonde e i due codini di capelli rossi come quelli della madre la fanno somigliare ad una bambola. «Mamma?» la bimba alza gli occhioni scuri verso di lei «Ti piace il mio disegno?» Misty sorride. Non si stancherebbe mai di sentirsi chiamare “mamma”. Con delicatezza, prende il foglio di carta dalla manina di Ashley. «Ma che carino!» afferma osservando gli scarabocchi colorati, riuscendo solo per un pelo a non chiederle che cosa sia. «Mi racconti quello che hai disegnato?» chiede invece, ricorrendo ad un piccolo trucco insegnatole da Lily. Ashley sorride, mostrando pochi dentini. Punta l’indice cicciotello su uno scarabocchio arancione. «Sì, ecco, quella sei tu, è questa sono io e questo è papà…» «È bellissimo, tesoro.» afferma Misty non appena la bambina termina la sua spiegazione «Che dici, lo facciamo vedere anche a papà quando torna? Così vede quanto sei brava a disegnare.» «Sì!» esclama Ashley, eccitata, con gli occhi che brillano. Afferra un altro foglio bianco, riprendendo a tracciare svolazzi multicolori con rinnovata energia. Un altro sorriso si dipinge sul volto di Misty, prima che la giovane donna torni ad immergersi nella lettura. Ma ben presto la sua mente vola lontano. Ripensa a quella notte di più di quattro anni prima, la notte in cui Ashley è stata concepita. Aveva voluto dimostrare ad Ash il proprio amore, donandosi interamente a lui… ed era stato bellissimo. Se non che, due settimane dopo, aveva scoperto di essere incinta… ma se adesso si guarda intorno, non riesce più a vedere quella notte come un errore. Ha una figlia bellissima, e un marito che la ama e che lei ama più della sua stessa vita. Progetta di riprendere gli studi non appena Ashley sarà un po’ più grande, e di trovare un impiego pomeridiano che le permetta di guadagnare qualche soldo, da aggiungersi allo stipendio di Ash. Lui ha lasciato da tempo il suo lavoro al Doublemeat Palace, il fast food di Cerulean City, e adesso lavora come assistente in una casa editrice. Lo stipendio è abbastanza buono, quello che guadagna è abbastanza per pagare l’affitto dell’appartamento e tutto il resto… ed a questo vanno ad aggiungersi i soldi ricavati dalla vendita della palestra di Cerulean, equamente divisi fra Misty e le sue sorelle. Non è forse una vita perfetta? Di tanto in tanto sente ancora le sue sorelle, ma l’unica con cui ha mantenuto un vero contatto è Violet, la più vicina a lei per età. Violet è omosessuale e da due anni convive con la sua ragazza, Anne, nella piccola villetta di famiglia di lei. Daisy vive da quasi cinque anni con Bob, suo marito, ed è incinta di otto mesi. Avrà un maschietto, che nascerà in novembre. L’ultima volta che l’ha sentita, Daisy era a dir poco raggiante. Lily, la maggiore, è quella che non sente da più tempo. Ha terminato con successo i suoi studi universitari, e adesso abita a Pewter City, a diversi chilometri da lì. Lavora in un’azienda di programmi per computer, e guadagna bene. Il rumore della chiave che ruota nella toppa la distoglie dai suoi pensieri. «Papà!» strilla Ashley, saltando giù dalla sedia. Afferra il suo capolavoro dal tavolo prima di correre verso la porta principale dell’abitazione. Misty chiude il libro e la segue, senza troppa fretta. La raggiunge proprio mentre Ash apre la porta ed entra nell’appartamento. «Le mie due donne preferite.» commenta lui con un sorriso. Prende in braccio Ashley, poi si piega verso Misty e posa un bacio leggero sulle sue labbra. «Ciao tesoro.» «Ciao amore.» sorride lei «Com’è andata al lavoro?» «Un inferno, come sempre.» scherza Ash «Quella non è una casa editrice. È un manicomio, ecco che cos’è.» Misty chiude la porta. «E dire che avevo sempre pensato che una casa editrice fosse un posto tranquillo…» «Ti sbagliavi.» afferma lui. Le cinge la vita con un braccio e la bacia di nuovo, rapidamente. Soltanto un casto contatto di labbra, niente di più. Non con Ashley che si agita impaziente sull’altro suo braccio. «Papà!» esclama di nuovo la bimba, sventolandogli il disegno davanti al viso «Guarda!» «Fammi vedere, piccola.» Ash le prende il foglio «Ma è bellissimo! Quella sei tu, non è vero? E quelli siamo io e la mamma…» Ashley sorride. «Sì! Ti piace? Ti piace?» «Ma certo, piccola.» afferma Ash «Adesso però ti faccio scendere. Papà è stanco.» Il volto della bimba si contrae per non più di un attimo in un broncio buffissimo. Poi la piccola inizia ad agitarsi per essere messa giù, scalciando. «Va bene!» strilla «Giù!» Non appena Ash la fa scendere, la bimba trotterella via in direzione della propria stanzetta, verso il proprio piccolo mondo fatto di bambole e pupazzi. Ash lancia un’occhiata distratta al disegno che ha ancora in mano. «Carino, eh?» «Come diavolo hai fatto a capire che cosa sia?» sibila Misty, guardandolo come se avesse appena fatto volare qualcosa con la forza del pensiero. Lui si stringe nelle spalle. Abbandona il disegno sul mobiletto vicino all’ingresso, poi le cinge la vita con le braccia e la bacia di nuovo, stavolta più a lungo. «Mmm. Sei davvero così stanco?» mormora maliziosamente Misty. Ash la bacia di nuovo. «Non preoccuparti…» sussurra facendo scivolare le mani in direzione del fondoschiena di lei, sensualmente fasciato da un paio di jeans forse troppo aderenti «Ho ancora abbastanza energie per dopo.» Misty lo allontana da sé a malincuore. «Pervertito.» sussurra scherzosamente, ravviandosi all’indietro una ciocca di capelli «C’è Ashley.» Lui lancia un’occhiata veloce in direzione dell’orologio. «Beh, Ashley dovrebbe essere a dormire a quest’ora, no?» «Ci teneva tanto a mostrarti il suo disegno.» Misty sospira «D’accordo, adesso vado.» Ash le ruba un altro bacio prima di lasciarla andare. «Buona fortuna.» scherza. «Ne avrò bisogno.» afferma lei, inarcando le sopracciglia. Raggiunge la cameretta della bimba. Ashley siede al centro del tappeto; tiene fra le braccia la sua bambola preferita, e le parla giocando con i suoi capelli di lana scura. Misty le si avvicina e la prende in braccio afferrandola da dietro. «D’accordo, signorina.» afferma, dirigendosi verso il lettino «Adesso è ora della nanna.» «Noo!» si lamenta la piccola, agitando la sua bambola. La giovane mamma sorride. «Sì, invece.» sussurra, depositandola a sedere sul lettino, con le gambette penzoloni «Adesso, se fai la brava e ti fai mettere il pigiamino, la mamma ti racconta una bella storia.» Fortunatamente, pare che stasera Ashley non abbia molta voglia di lottare. Si limita a fare il broncio, stringendo la bambola al petto. «Brava bambina.» sorride Misty. Senza troppe difficoltà, le sfila il maglioncino rosa e la gonna, per infilarle il pigiama azzurro troppo grande che la fa somigliare ad un buffo folletto. «La storia!» esclama Ashley, guardandola con gli occhioni scuri spalancati. Misty le rimbocca le coperte. «Certo. Allora, vediamo… c’era una volta una bella principessa con i capelli rossi, che era triste perché era sempre sola…» Continua a parlare, inventandosi la storia sul momento, fino a che le palpebre della bimba non si abbassano a coprirle gli occhi. Misty sorride. Si china su di lei e la bacia con dolcezza fra i capelli. «Buona notte angelo.» sussurra a voce bassissima, prima di uscire dalla stanza. Ash siede al tavolo della cucina, sfoglia distrattamente un quotidiano vecchio di almeno due o tre giorni. Quando la vede arrivare, si alza e le va incontro. «Ashley dorme?» sussurra, circondandola con le braccia. Misty annuisce. «Bene.» afferma Ash. Poi, senza una parola di spiegazione, fa passare un braccio attorno alla schiena di lei e l’altro dietro le sue ginocchia, sollevandola da terra. «Che diavolo fai, stupido?» ride Misty, aggrappandosi a lui «Mettimi giù!» Ash la bacia di nuovo. «Nemmeno per un milione di dollari.» sussurra. La molla solo una volta raggiunta la camera da letto, sulle lenzuola del letto matrimoniale. La afferra per le spalle, trovandosi così sopra di lei. La bacia di nuovo sulle labbra, poi scende a baciarla alla base del collo. Un brivido percorre il corpo di Misty. Continuando a baciarla, Ash inizia a slacciarle la camicetta. Il letto cigola rumorosamente ad un suo movimento brusco. «Sveglieremo Ashley…» protesta debolmente Misty. Ash alza appena la testa. «La porta è chiusa.» afferma. Le sue dita riprendono a slacciare i bottoni. «Sai…» sussurra Misty, senza più fare alcun tentativo per fermarlo «Quando avevo quattordici anni volevo morire. Adesso… adesso sono la donna più felice del mondo…» «E io sono l’uomo più felice dell’universo, perché tu sei mia moglie.» afferma, facendo scivolare le mani dietro la sua schiena per slacciarle il reggiseno «Dobbiamo proprio continuare a chiacchierare?» Misty scuote la testa. «No…» Ash sorride. «È proprio quello che volevo sentirti dire.» |
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